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Comunità energetiche rinnovabili: soluzioni per le aziende

21/11/2025

Scopri cosa sono le CER e come possono trasformare il modo in cui le imprese producono e consumano energia

comunità energetica rinnovabile

 

Il costo dell’energia rappresenta una delle voci di spesa più rilevanti per le aziende. In un contesto di mercato caratterizzato da forte volatilità dei prezzi e crescente attenzione alla sostenibilità ambientale, le imprese sono sempre più alla ricerca di soluzioni innovative che permettano di coniugare risparmio economico e responsabilità ecologica. In questo contesto, le comunità energetiche rinnovabili si configurano come una risposta concreta ed efficace: attraverso la produzione e la condivisione collettiva di energia pulita, le aziende possono ridurre i costi in bolletta, proteggersi dalle oscillazioni del mercato energetico e rafforzare la propria reputazione in termini di sostenibilità.

Ma i vantaggi delle CER vanno oltre l’aspetto economico: aderire a una comunità energetica significa entrare a far parte di una rete territoriale che valorizza la collaborazione, accedere a incentivi statali dedicati e posizionarsi come protagonisti attivi della transizione energetica.

Vediamo più nel dettaglio cosa sono le comunità energetiche rinnovabili, come funzionano, quale normativa le regola e quali benefici concreti possono portare alle imprese.

Cosa sono le comunità energetiche rinnovabili

Le comunità energetiche rinnovabili rappresentano una delle innovazioni più significative nel panorama della transizione energetica. Si tratta di associazioni tra cittadini, imprese, enti locali e altre realtà del territorio che decidono di unirsi per produrre, consumare e condividere energia da fonti rinnovabili.
A differenza dei tradizionali modelli di approvvigionamento energetico, le CER mettono al centro il concetto di autoconsumo collettivo e di condivisione: l’energia prodotta da impianti fotovoltaici, eolici o da altre fonti rinnovabili viene utilizzata prioritariamente dai membri della comunità, con evidenti vantaggi economici e ambientali.

Per le aziende, aderire a una comunità energetica significa non solo ridurre i costi in bolletta, ma anche valorizzare il proprio impegno verso la sostenibilità, migliorando la reputazione aziendale e accedendo a incentivi economici dedicati. Il modello si basa sulla collaborazione territoriale e sulla condivisione dei benefici, creando un ecosistema energetico locale più resiliente e sostenibile.

Come funzionano le comunità energetiche rinnovabili

Comprendere come funzionano le comunità energetiche rinnovabili è fondamentale per valutare se questa soluzione può essere vantaggiosa per la propria impresa. Il meccanismo si basa su alcuni elementi chiave che rendono questo modello innovativo e accessibile.

Innanzitutto, uno o più membri della comunità installano impianti di generazione da fonti rinnovabili, tipicamente pannelli fotovoltaici, ma anche mini-eolico o biomasse. L’energia prodotta viene immessa nella rete elettrica esistente e “condivisa virtualmente” tra i membri della CER che si trovano nella stessa area geografica, collegati alla medesima cabina primaria.

Il cuore del sistema è l’autoconsumo simultaneo: quando l’energia viene prodotta e consumata nello stesso momento dai membri della comunità, si attiva il meccanismo degli incentivi. Il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) riconosce tariffe incentivanti per l’energia autoconsumata collettivamente, che si sommano ai risparmi derivanti dalla riduzione dei prelievi dalla rete nazionale.

Ogni comunità energetica è gestita secondo principi di partecipazione e democrazia, dove le decisioni vengono prese collettivamente e l’obiettivo principale non è il profitto ma il beneficio ambientale, economico e sociale dei membri. Questo modello permette alle aziende di accedere a energia pulita anche senza dover necessariamente installare pannelli fotovoltaici o altri tipi di impianti, condividendo investimenti e benefici con altri soggetti del territorio. La flessibilità del sistema consente diverse configurazioni in base alle esigenze specifiche di ciascuna impresa.

La normativa sulle comunità energetiche rinnovabili

La normativa sulle comunità energetiche rinnovabili in Italia ha subito un’importante evoluzione negli ultimi anni, creando un quadro regolatorio sempre più definito e vantaggioso. Il punto di svolta è arrivato con la Direttiva UE 2018/2001, nota anche come Direttiva RED II, recepita in Italia attraverso il Decreto Legislativo 199/2021, che ha fornito una definizione precisa delle CER e stabilito le regole per la loro costituzione e funzionamento.

Successivamente, il Decreto CACER (Configurazioni di Autoconsumo per la Condivisione di Energia Rinnovabile) ha definito nel dettaglio le modalità operative e gli incentivi economici, completando il quadro normativo necessario per lo sviluppo su larga scala di queste iniziative. Le comunità energetiche possono costituirsi come associazioni, cooperative, consorzi o altre forme di enti non commerciali, con l’obiettivo principale di fornire benefici ambientali, economici e sociali ai membri piuttosto che generare profitti.

Gli impianti di produzione devono avere potenza complessiva non superiore a 1 MW per singolo impianto, mentre i membri della comunità devono essere connessi alla stessa cabina primaria di distribuzione dell’energia elettrica. Il GSE riconosce una tariffa premio per l’energia condivisa, che varia in base alla tipologia di configurazione e alla zona geografica, oltre a un corrispettivo di valorizzazione dell’energia autoconsumata. Conoscere nel dettaglio questi aspetti normativi è essenziale per strutturare correttamente la partecipazione aziendale a una CER e massimizzare i benefici economici, evitando errori che potrebbero compromettere l’accesso agli incentivi o rallentare l’iter autorizzativo.

I vantaggi delle CER per le aziende

Aderire a una comunità energetica rinnovabile offre alle imprese numerosi vantaggi che vanno oltre il semplice risparmio in bolletta, creando valore sia sul piano economico che strategico. Nello specifico:

  • riduzione dei costi energetici e indipendenza dal mercato: grazie agli incentivi del GSE e alla condivisione dell’energia prodotta, le aziende possono ridurre significativamente i costi di approvvigionamento elettrico, con risparmi che possono raggiungere il 20-30% sulla spesa energetica annuale. Partecipare a una CER significa inoltre ridurre la dipendenza dalle fluttuazioni del mercato energetico e dai fornitori tradizionali, aumentando la stabilità e la prevedibilità dei costi nel medio-lungo periodo.
  • Sostenibilità e accesso facilitato alle rinnovabili: impegnarsi attivamente nella transizione energetica migliora l’immagine aziendale, rispondendo alle crescenti aspettative di clienti, investitori e stakeholder in tema di responsabilità ambientale e sociale. Anche le aziende che non dispongono di spazi idonei per installare impianti fotovoltaici possono beneficiare dell’energia verde prodotta da altri membri della comunità, superando così uno dei principali ostacoli all’adozione delle rinnovabili.
  • Coesione territoriale e accesso agli incentivi: le comunità energetiche favoriscono la collaborazione tra imprese e territorio, creando sinergie con enti locali, cittadini e altre realtà economiche dell’area. Questo rafforza il legame con la comunità locale e può aprire nuove opportunità di business. Oltre agli incentivi del GSE, le aziende che partecipano a progetti di energia rinnovabile possono accedere a bandi regionali, contributi europei e agevolazioni fiscali dedicate alla transizione ecologica, moltiplicando i benefici economici dell’investimento.

Come le aziende possono aderire a una comunità energetica

Comunità energaticaIl processo di adesione a una CER per un’azienda prevede alcuni passaggi fondamentali che richiedono un’attenta valutazione tecnica ed economica. Il primo passo consiste nell’effettuare un’analisi di fattibilità per verificare se l’azienda si trova nell’area di pertinenza di una comunità energetica esistente o se può contribuire a crearne una nuova, identificando altri soggetti interessati nel territorio.

È quindi necessario analizzare i profili di consumo energetico dell’azienda per determinare il potenziale di autoconsumo e quantificare i benefici economici attesi. Questa valutazione deve considerare non solo i consumi totali annuali, ma soprattutto la distribuzione oraria del fabbisogno energetico, per verificare la sovrapposizione con i periodi di produzione rinnovabile.

L’azienda deve poi decidere se installare impianti di produzione propri da mettere a disposizione della comunità o se partecipare come semplice consumatore, condividendo l’energia prodotta da altri membri. Entrambe le opzioni presentano vantaggi specifici e la scelta dipende dalle disponibilità economiche, dagli spazi disponibili e dagli obiettivi strategici dell’impresa.

Se la comunità non esiste ancora, occorre procedere alla sua costituzione formale scegliendo la forma giuridica più adatta e coinvolgendo i diversi stakeholder del territorio. In caso contrario, si può aderire a una CER già operativa seguendo le procedure stabilite dallo statuto. È poi necessario presentare domanda al GSE per accedere alle tariffe incentivanti previste dalla normativa.

Le sfide e gli ostacoli da superare

Nonostante gli evidenti vantaggi, la diffusione delle comunità energetiche rinnovabili incontra ancora alcuni ostacoli che le aziende devono considerare. La complessità burocratica rappresenta uno dei principali freni: la costituzione di una CER e l’accesso agli incentivi richiedono competenze specifiche e la gestione di iter amministrativi che possono risultare complessi, soprattutto per le piccole imprese che non dispongono di risorse dedicate.

Inoltre, il coordinamento tra membri con esigenze e obiettivi diversi può richiedere tempo ed energie, rendendo necessaria una governance efficace e condivisa. Anche i vincoli tecnici e territoriali imposti dalla normativa, in termini di potenza degli impianti e di prossimità geografica alla cabina primaria, possono rappresentare un ostacolo in alcuni contesti, limitando le possibilità di aggregazione tra aziende che pure sarebbero interessate a collaborare.

Queste difficoltà possono essere però superate con una pianificazione accurata e il supporto di professionisti specializzati nel settore dell’energia e dell’efficientamento energetico delle aziende – come i consulenti di Altuofianco – che possano guidare le imprese attraverso il processo minimizzando i rischi e massimizzando i benefici.

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