Hai finalmente deciso di provarci. Hai aperto ChatGPT, hai scritto la tua prima richiesta, hai premuto invio… e hai ricevuto un testo che, diciamolo, sembrava scritto da un robot dopo una giornata storta. Delusione, frustrazione, e un pensiero fastidioso: “Tutto qui?”.
Spoiler: il problema non è ChatGPT. Il problema è che nessuno ti ha spiegato come parlarci. Perché sì, anche le intelligenze artificiali hanno bisogno di una certa educazione. O meglio, di un buon prompt.
Ecco quindi l’articolo che avresti voluto leggere prima: niente teorie astratte, nessuna paura apocalittica. Solo istruzioni semplici e chiare per iniziare a usare l’AI oggi stesso, con risultati davvero utili. Pronti? Prompti? Via!
Partiamo dall’inizio. Un prompt non è un codice segreto, né una formula magica da nerd. È semplicemente la richiesta che scrivi all’AI per ottenere qualcosa. Una domanda, un’istruzione, un ordine gentile. L’importante è che sia chiara.
Immagina di dare un compito a un collega molto bravo, velocissimo, ma un po’ letterale. Se gli dici “Fammi un report”, lui lo fa. Ma che tipo di report? Su cosa? Per chi? In quanto tempo? E in che lingua, già che ci siamo?
Con ChatGPT funziona allo stesso modo: se chiedi male, ti risponde peggio. Se chiedi bene, può stupirti.
Niente teoria, passiamo subito al succo. Se vuoi ottenere qualcosa di utile di bot AI (chatGPT, Gemini, ecc.), segui queste tre regole:
1. Dai contesto.
Chi sei? Di cosa stai parlando? A chi è destinato il testo? Se scrivi “Scrivimi una presentazione”, l’AI potrebbe pensare che tu sia un mago medievale che deve presentarsi a corte.
Del resto, se chiedi un breve racconto a un bambino delle elementari, a un liceale, a uno scrittore o a un giornalista otterrai risultati molto diversi…. Cosa vuoi che l’AI sia per te? Se non glielo dici, andrà a caso e il risultato non sarà quello che volevi!
2. Sii specifico.
Dove possibile, indica lunghezza, tono, formato, obiettivo. “Sei un social media manager. Scrivimi un post LinkedIn di massimo 600 caratteri, tono professionale ma non rigido, per promuovere un nuovo servizio di consulenza per PMI.”
3. Spiega cosa ti aspetti.
Una lista? Un testo discorsivo? Una tabella? Un riassunto schematico? Se non glielo dici, se lo inventa. E spesso male.
Quando usi un bot AI il tuo mantra dovrebbe essere: contesto, obiettivo, risultato atteso.
Vediamo la differenza tra un prompt “a caso” e uno ben costruito.
❌ Vago:
Scrivimi un testo per la homepage.
✅ Efficace:
Scrivimi un’introduzione per la homepage di un’azienda che vende infissi e serramenti a Verona. Il tono deve essere professionale ma accogliente. Il testo deve avere massimo 100 parole e deve mettere in evidenza affidabilità, qualità dei materiali e assistenza post-vendita.
Risultato? Con il primo, ottieni frasi generiche come “Benvenuto sul nostro sito”. Con il secondo, ottieni un messaggio che potresti quasi incollare nel sito. Quasi.
Hai bisogno di un punto di partenza? Ecco cinque prompt che funzionano bene, già testati sul campo:
1. Riassumi questo testo in 5 punti chiave.
Perfetto per verbali, mail lunghe, documenti confusi. Ti restituisce l’essenziale in pochi secondi.
2. Riscrivi questa email in modo più cortese e professionale.
Ideale quando hai scritto di getto e ti è venuto fuori un “cordiali schiaffi”.
3. Genera un piano editoriale di 3 post al mese per Instagram, per un salone di parrucchieri specializzato in trattamenti naturali.
Qui dai contesto, canale, frequenza, settore e focus. Magia.
4. Trasforma questo testo promozionale in una proposta commerciale sintetica ma persuasiva.
Ottimo per passare da marketing a vendite, senza perdere stile.
5. Proponimi 3 titoli accattivanti per un articolo di blog su questo argomento: [tema].
Per quando hai il blocco creativo, ma non puoi permettertelo.
Se ti senti già a tuo agio, puoi iniziare a usare prompt più articolati. Tipo questi:
“Assumi il ruolo di consulente HR e scrivi una job description per una posizione da digital marketing specialist junior. Tono diretto, linguaggio inclusivo.”
Stai dicendo chi deve parlare, come, su cosa. L’AI entra in modalità esperta.
“Analizza questo testo e trasformalo in una checklist in 10 punti, con linguaggio semplice.”
Utile per documenti tecnici, policy interne, slide noiose.
“Crea una tabella con 3 opzioni di naming per un nuovo servizio, indicando pro e contro per ciascun nome.”
E ora l’AI pensa, valuta e struttura. Tipo un junior strategist, ma a tempo zero.
“Analizza questi 10 file pdf che contengono ognuno una fattura. Crea una tabella con data, numero fattura, imponibile, iva e importo totale“
L’AI fa il lavoro sporco per te!
Se l’AI ti risponde male, spesso il colpevole è il prompt. Ecco gli errori classici:
1. Scrivere troppo poco.
“Fammi un post.” Su cosa? Per chi? Quanto lungo? In che stile?
2. Scrivere troppo, ma senza focus.
“Voglio un testo per il sito, che parli un po’ di tutto, tipo mission, valori, ma anche prodotti e magari chi siamo.” Aiuto.
3. Aspettarsi la perfezione al primo colpo.
ChatGPT non è il tuo copy senior. È più un ottimo punto di partenza che va raffinato. Sempre.
La buona notizia? Si imparar a scrivere buoni prompt facendo prove, semmai con qualche tentativo e un po’ di spirito da esploratore. Non servono master o webinar. Serve curiosità, pratica e un po’ di sano spirito critico.
Prova questo metodo:
In poco tempo avrai una libreria personale di prompt, utile per ogni occasione. Come le ricette collaudate: sai già che vengono bene.
E non dimenticarti… l’AI puoi aiutarti a scrivere buoni prompt. Prova a chiedere “Sei specializzato nella scrittura di prompt efficaci che raggiungono l’obiettivo. Scrivi un prompt per…..”
Non serve saper programmare, non serve conoscere Python o reti neurali. Serve saper porre una buona domanda. Un prompt ben scritto vale più di cento “vediamo che succede”.
Chi impara a usare bene l’AI oggi sarà più veloce, più competitivo, più pronto per i lavori di domani. O anche solo per quelli di lunedì mattina.
Il bello è che puoi cominciare ora. Apri ChatGPT e prova uno dei prompt che hai letto qui. Fallo tuo, adattalo, miglioralo.
Non serve sapere tutto. Serve iniziare. E magari chiedere:
“ChatGPT, puoi aiutarmi a usare meglio ChatGPT?”
Vedrai che ti risponde.
P.S. Se ti sei perso le puntate precedenti, puoi leggerle qui:
– Cosa è davvero l’intelligenza artificiale e perchè tutti ne parlano
– L’AI non ti ruba il lavoro: ti libera da quello noioso!