Formazione privacy e GDPR: tutto quello che c’è da sapere

Scopri perché la formazione GDPR è essenziale per la conformità aziendale e come proteggere efficacemente i dati personali

Formazione GDPR

 

Nell’era digitale, in cui la quantità di dati personali raccolti e trattati cresce a ritmi esponenziali, la protezione delle informazioni sensibili non è solo una questione etica, ma un obbligo legale di primaria importanza per le aziende. La formazione sulla privacy rappresenta un elemento imprescindibile per garantire il rispetto delle normative europee e la sicurezza dei dati personali di clienti, dipendenti e partner.

Il GDPR (Regolamento (UE) 2016/679), entrato in vigore nel 2018, impone regole rigorose sul trattamento dei dati personali, richiedendo trasparenza, sicurezza e il rispetto dei diritti degli interessati. Le aziende sono obbligate a implementare misure organizzative e tecniche adeguate, documentare i processi di trattamento e dimostrare la propria conformità in caso di controlli da parte delle autorità competenti.

Tuttavia, senza una formazione adeguata, queste responsabilità possono essere facilmente trascurate, esponendo le organizzazioni a rischi significativi, come violazioni dei dati, sanzioni economiche e danni alla reputazione aziendale. Una formazione efficace consente di comprendere le complessità del GDPR, sviluppare competenze pratiche per affrontare le sfide quotidiane e promuovere una cultura aziendale orientata alla protezione della privacy. Solo attraverso una formazione continua e mirata è possibile trasformare gli obblighi normativi in un’opportunità strategica per migliorare la fiducia dei clienti, ottimizzare i processi aziendali e posizionarsi come leader nel panorama digitale in continua evoluzione.

Vediamo più nello specifico cos’è il GDPR, cosa prevede e come svolgere la formazione privacy per dipendenti e collaboratori in modo efficace.

Cos’è il GDPR

Il GDPR, acronimo di Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati, rappresenta il quadro normativo di riferimento dell’Unione Europea per la protezione dei dati personali. Entrato in vigore il 25 maggio 2018, nasce con l’obiettivo di armonizzare le leggi sulla privacy nei diversi Stati membri, garantire un livello elevato di tutela dei dati personali e offrire ai cittadini europei un maggiore controllo sulle informazioni che li riguardano.
Per le aziende, il regolamento stabilisce una serie di obblighi specifici volti a garantire la trasparenza e la sicurezza nel trattamento dei dati. In particolare, richiede che il trattamento avvenga solo su basi giuridiche valide (come il consenso esplicito, l’esecuzione di un contratto o l’adempimento di obblighi legali) e che siano adottate misure tecniche e organizzative adeguate per prevenire accessi non autorizzati o perdite di dati.

Uno degli aspetti centrali del GDPR riguarda la formazione privacy: le aziende devono garantire che i propri dipendenti e collaboratori siano adeguatamente istruiti in materia di protezione dei dati. Questo significa organizzare corsi regolari che forniscano conoscenze su aspetti chiave come la gestione dei consensi, i diritti degli interessati e le procedure da seguire in caso di violazioni dei dati (data breach).

La formazione non è solo un obbligo etico, ma un requisito essenziale per dimostrare la conformità al principio di accountability, che obbliga le organizzazioni a documentare e dimostrare di aver adottato tutte le misure necessarie per rispettare il GDPR. La mancata formazione può esporre le aziende a gravi sanzioni amministrative, che possono arrivare fino al 4% del fatturato globale annuo, oltre a compromettere la fiducia dei clienti e danneggiare la reputazione aziendale. Pertanto, investire nella formazione continua è fondamentale per evitare rischi legali, garantire una corretta gestione dei dati e promuovere una cultura della privacy all’interno dell’organizzazione.

Formazione privacy dipendenti: perché è così importante?

Come abbiamo visto, la formazione sulla privacy per i dipendenti è uno degli strumenti più efficaci per garantire la conformità aziendale al GDPR e per prevenire violazioni dei dati che potrebbero avere conseguenze legali, economiche e reputazionali per l’azienda. Ogni dipendente, a prescindere dal ruolo ricoperto, ha un impatto diretto o indiretto sulla gestione dei dati personali. Di conseguenza, l’assenza di consapevolezza o di competenze adeguate può esporre l’organizzazione a rischi significativi. In ambito aziendale la formazione sulla privacy è importante per diversi aspetti:

  • prevenzione delle violazioni dei dati: una formazione adeguata riduce il rischio di errori umani, che rappresentano una delle cause principali delle violazioni dei dati. Spesso, incidenti come l’invio di email a destinatari sbagliati, l’utilizzo di password deboli o la condivisione di documenti non protetti derivano dalla scarsa conoscenza delle buone pratiche di sicurezza;
  • conformità normativa: il GDPR richiede espressamente che le aziende dimostrino di adottare misure adeguate per garantire la protezione dei dati personali, inclusa la formazione del personale. La mancata formazione potrebbe essere interpretata come una violazione del principio di accountability, aumentando il rischio di sanzioni economiche elevate;
  • protezione della reputazione aziendale: una violazione dei dati non comporta solo conseguenze legali, ma danneggia anche la fiducia dei clienti, dei partner e del pubblico. Investire nella formazione dimostra l’impegno dell’azienda verso la sicurezza e la trasparenza, migliorando la percezione del brand;
  • gestione corretta dei dati personali: i dipendenti devono sapere come raccogliere, trattare, conservare e condividere i dati personali in conformità con il GDPR. La formazione fornisce le conoscenze necessarie per gestire i dati in modo sicuro, limitando l’accesso solo a chi ne ha bisogno e proteggendo le informazioni sensibili;
  • preparazione in caso di violazioni, che talvolta possono accadere anche implementando le migliori misure di sicurezza. Una formazione adeguata consente ai dipendenti di riconoscere rapidamente eventuali incidenti, seguire le procedure interne e notificare l’accaduto alle persone competenti entro i termini previsti;
  • promozione di una cultura aziendale della privacy: la formazione privacy non è solo un adempimento formale, ma uno strumento per promuovere una mentalità orientata alla sicurezza e al rispetto delle normative. Quando la privacy diventa una priorità condivisa, l’intera organizzazione ne trae vantaggio.

Come fare formazione privacy in modo efficace

Formazione privacy aziendaleOrganizzare una formazione efficace sulla privacy per dipendenti e collaboratori richiede un approccio ben strutturato, che tenga conto delle esigenze specifiche dell’azienda e del livello di competenza dei partecipanti. Non è sufficiente trasmettere nozioni teoriche: è fondamentale che i concetti siano comprensibili e applicabili nella pratica quotidiana. La personalizzazione del programma formativo è il primo passo per raggiungere questo obiettivo. Ogni azienda ha caratteristiche uniche e tratta dati in modi diversi, quindi il corso di formazione privacy dovrà essere progettato su misura. Ad esempio, un’azienda che opera nel settore sanitario avrà necessità diverse rispetto a un e-commerce o a un’azienda di consulenza.

È importante poi suddividere il programma in moduli tematici per affrontare in modo approfondito ogni argomento. Tematiche come i principi del GDPR, la gestione del consenso, i diritti degli interessati e la prevenzione delle violazioni dei dati devono essere trattate in modo dettagliato ma organizzato, così da permettere un apprendimento progressivo e senza sovraccarichi di informazioni.
Un altro aspetto cruciale è l’utilizzo di metodi didattici diversificati. I corsi in aula permettono un’interazione diretta e approfondita, ma non sempre sono pratici per aziende con personale distribuito su territori ampi. In questi casi, la videoformazione rappresenta una soluzione flessibile, che consente ai dipendenti di apprendere secondo i propri tempi e di accedere ai corsi in qualsiasi momento. Workshop e webinar possono invece essere utilizzati per aggiornamenti specifici o approfondimenti.

Misurare i risultati della formazione è fondamentale per valutarne l’efficacia. Test e questionari di apprendimento – come quelli previsti nei corsi di formazione privacy Altuofianco – permettono di verificare le conoscenze acquisite. Inoltre, osservare come i dipendenti applicano le conoscenze sul posto di lavoro è un ottimo indicatore del successo della formazione.

La formazione privacy non deve essere vista come un’attività isolata, ma come un processo continuo. Le normative sulla protezione dei dati e le minacce alla sicurezza evolvono costantemente, quindi è necessario organizzare aggiornamenti regolari per mantenere alta la consapevolezza ed essere sempre pronti ad affrontare le nuove sfide in materia di privacy.
Solo attraverso un impegno costante e la diffusione di una cultura aziendale orientata alla protezione dei dati è possibile garantire la conformità normativa e costruire un ambiente lavorativo sicuro nell’era digitale.

Corsi GDPR e privacy Altuofianco: la soluzione ideale per la formazione dei tuoi dipendenti e collaboratori

I corsi di formazione GDPR e privacy di Altuofianco rappresentano una soluzione completa, pratica e flessibile per garantire che i dipendenti e i collaboratori aziendali siano sempre aggiornati sulle normative in materia di protezione dei dati. Studiati con un focus sulla semplicità e sull’efficacia, i corsi sono ideali per tutte le organizzazioni che trattano dati personali e desiderano assicurarsi la conformità alle disposizioni del GDPR senza complicazioni o costi eccessivi.

Grazie a un portale dedicato, è possibile attivare la formazione in pochi minuti: basta inserire il nome e l’indirizzo email del dipendente, che potrà immediatamente iniziare il percorso formativo. Il corso si articola in moduli brevi e mirati, erogati tramite videoformazione, un formato che consente ai partecipanti di apprendere in modo rapido ed efficace. Ogni modulo affronta temi essenziali del GDPR e, al termine del corso, i partecipanti dovranno completare un questionario di apprendimento. Questo approccio non solo consente di verificare le competenze acquisite, ma garantisce anche una documentazione completa e sempre consultabile, che può essere utilizzata dall’azienda come prova di conformità in caso di controlli o verifiche.

Grazie alla modalità online, la formazione può essere attivata in qualsiasi momento e si adatta facilmente alle esigenze di ogni organizzazione. Questa caratteristica è particolarmente utile per aziende in crescita o con frequenti turnover, perché anche i nuovi dipendenti e collaboratori possono essere inclusi nel programma formativo in modo semplice e veloce.

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Data Protection Officer: chi è, cosa fa e perché è importante in azienda

Tutto quello che c’è da sapere sul DPO e sulla protezione dei dati personali in azienda

data protection officer

 

In un mondo sempre più digitalizzato, la protezione dei dati è diventata una priorità assoluta per le aziende di ogni dimensione. Con l’aumento delle normative e delle sanzioni associate alla gestione impropria dei dati, è essenziale che le imprese adottino misure adeguate per proteggere le informazioni sensibili. In questo scenario entra in gioco la figura professionale del Data Protection Officer, o DPO, fondamentale per garantire che le aziende rispettino le normative sulla protezione dei dati, come il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell’Unione Europea.

Il DPO ha infatti il compito di supervisionare e coordinare tutte le attività legate alla gestione e alla protezione dei dati personali all’interno dell’organizzazione, fungendo da garante della conformità normativa e da consulente per le migliori pratiche in materia di sicurezza dei dati. La sua presenza non solo riduce il rischio di sanzioni per l’azienda, ma contribuisce anche a creare un ambiente di fiducia, in cui clienti e dipendenti possano sentirsi sicuri che le loro informazioni siano trattate nel completo rispetto delle norme. La protezione dei dati personali, quindi, non è solo essenziale ai fini della conformità legale, ma rappresenta anche un vantaggio competitivo, che può rafforzare la credibilità e l’affidabilità di un’azienda nel mercato globale.

Vediamo più nello specifico chi è il Data Protection Officer, cosa fa e perché è così importante per le aziende.

Chi è il Data Protection Officer (DPO)

Il Data Protection Officer (DPO), o Responsabile della Protezione dei Dati, è una figura professionale introdotta dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell’Unione Europea, che ha il compito di garantire che un’organizzazione tratti i dati personali in conformità con le normative vigenti in materia di protezione dei dati. La sua importanza è riconosciuta a livello normativo e pratico, poiché agisce come un intermediario tra l’azienda, gli interessati e le autorità di controllo, assicurando che i diritti fondamentali alla privacy siano rispettati.

Una delle caratteristiche distintive del ruolo del DPO è la sua indipendenza. Sebbene sia nominato dall’organizzazione, il DPO non deve ricevere istruzioni riguardanti l’esecuzione dei suoi compiti; questo per garantire che possa operare in maniera imparziale, focalizzandosi esclusivamente sulla tutela dei diritti degli interessati e sull’aderenza alle leggi. Il DPO deve anche fungere da punto di contatto per l’autorità di controllo e per gli interessati, collaborando con l’autorità e consultandola, ove necessario, su qualunque questione relativa al trattamento dei dati personali.

Cosa fa un Data Protection Officer

Il GDPR, precisamente nell’articolo 39, delinea in dettaglio i compiti del DPO, evidenziando la sua funzione di sorveglianza e consulenza. Il DPO deve, innanzitutto, informare e consigliare il titolare del trattamento e i dipendenti sulle loro obbligazioni derivanti dal regolamento, oltre che da altre disposizioni dell’Unione o degli Stati membri relative alla protezione dei dati. Questo significa che il DPO non solo monitora il rispetto delle normative, ma funge anche da guida per l’intera organizzazione, formando il personale e promuovendo una cultura aziendale orientata alla privacy e alla sicurezza delle informazioni.

Inoltre, l’articolo 39 specifica che il DPO è responsabile del monitoraggio della conformità alle politiche aziendali in materia di protezione dei dati, che include l’assegnazione delle responsabilità, la sensibilizzazione e la formazione del personale coinvolto nelle operazioni di trattamento, nonché l’esecuzione di audit regolari. Questo implica che il DPO debba essere costantemente aggiornato sulle evoluzioni normative e sulle tecniche di protezione dei dati, e debba essere in grado di condurre valutazioni d’impatto sulla protezione dei dati (DPIA) quando richiesto, come previsto dall’articolo 35 del GDPR.

Inoltre, tra i principali compiti che un DPO svolge quotidianamente troviamo:

  • consulenza e supporto: il DPO offre consulenza continua al titolare del trattamento e ai responsabili del trattamento sui loro obblighi ai sensi del GDPR e di altre normative pertinenti. Questo può includere, ad esempio, fornire pareri su valutazioni di impatto sulla protezione dei dati (DPIA) e assistere l’organizzazione nel prendere decisioni informate riguardo a nuove attività di trattamento dei dati;
  • gestione delle richieste degli interessati: il DPO deve gestire le richieste degli interessati, cioè delle persone i cui dati sono trattati dall’azienda. Queste richieste possono includere l’accesso, la rettifica o la cancellazione dei dati personali. Il DPO deve garantire che queste richieste siano trattate in conformità con il GDPR, entro i termini previsti dalla legge;
  • valutazione dei rischi e gestione delle violazioni dei dati: un altro compito fondamentale del DPO è l’analisi dei rischi associati al trattamento dei dati personali. Il DPO valuta continuamente le potenziali minacce alla sicurezza dei dati e sviluppa strategie per mitigarle. In caso di violazione dei dati, il DPO coordina la risposta dell’organizzazione, gestendo la comunicazione con le autorità di controllo e, se necessario, con gli interessati.
  • punto di contatto per le autorità di controllo: il DPO agisce come principale punto di contatto tra l’organizzazione e le autorità di controllo, come il Garante per la protezione dei dati personali in Italia. Il DPO deve essere disponibile per fornire informazioni e collaborare con queste autorità durante le indagini o le verifiche;
  • mantenimento della documentazione: il Data Protection Officer è incaricato di mantenere una documentazione accurata e aggiornata delle attività di trattamento dei dati, incluse le procedure aziendali e i registri delle operazioni di trattamento. Questa documentazione è essenziale per dimostrare la conformità alle normative durante eventuali audit o ispezioni.

Perché è importante avere un DPO in azienda?

Avere un Data Protection Officer in azienda è essenziale non solo per adempiere agli obblighi legali imposti dal GDPR, ma anche per garantire una gestione responsabile e sicura dei dati personali. In un contesto in cui le minacce informatiche e le violazioni dei dati sono in costante aumento, la presenza di un DPO rappresenta un vantaggio competitivo significativo. Questa figura è infatti cruciale per assicurare che tutte le attività di trattamento dei dati siano conformi alle normative, contribuendo a prevenire possibili conseguenze finanziarie e reputazionali per un’azienda. Ma perché è davvero così importante avere un DPO in azienda? Ecco i principali vantaggi che un DPO può offrire:

  • conformità legale: il DPO garantisce che l’azienda rispetti tutte le normative relative alla protezione dei dati, come il GDPR. Questo riduce il rischio di sanzioni che possono essere imposte in caso di non conformità;
  • prevenzione delle violazioni dei dati: un DPO esperto è in grado di identificare potenziali vulnerabilità nei sistemi aziendali e di implementare misure di sicurezza adeguate. Questo aiuta a prevenire le violazioni dei dati, che possono portare a costose ripercussioni legali e a danni irreparabili alla reputazione aziendale;
  • miglioramento della fiducia dei clienti: la presenza di un DPO dimostra un impegno concreto verso la protezione dei dati personali, rafforzando la fiducia dei clienti nell’azienda. Questo è particolarmente importante in un momento storico in cui i consumatori sono sempre più preoccupati per la privacy delle loro informazioni;
  • gestione efficace delle crisi: in caso di una violazione dei dati, il DPO è in grado di coordinare una risposta rapida e appropriata, gestendo le comunicazioni con le autorità di controllo e con gli interessati. Questo può limitare i danni e accelerare il recupero dell’azienda;
  • ottimizzazione delle operazioni aziendali: il DPO aiuta a implementare processi e procedure che migliorano l’efficienza nella gestione dei dati, riducendo al contempo i rischi. Questo porta a una maggiore trasparenza e a una gestione più efficace delle risorse aziendali;
  • protezione della reputazione aziendale: un’azienda che dimostra un impegno serio nella protezione dei dati personali, sotto la guida di un DPO, è percepita come più affidabile e responsabile. Questo può tradursi in un vantaggio competitivo, con un impatto positivo sulla reputazione dell’azienda nel lungo termine.

Tutti i vantaggi di un DPO esternalizzato

Optare per un Data Protection Officer esternalizzato può offrire numerosi vantaggi alle aziende, soprattutto in un contesto in cui la gestione dei dati personali richiede competenze specialistiche e un aggiornamento costante sulle normative in continua evoluzione. Esternalizzare il ruolo del DPO significa affidarsi a professionisti esterni con un’elevata esperienza e che possono offrire una specifica consulenza GDPR e delle altre leggi in materia di protezione dei dati.
Questo approccio consente alle aziende di avere sempre a disposizione referenti con competenze multidisciplinari, in grado di fornire un supporto completo e aggiornato su tutte le questioni relative alla privacy, senza dover sostenere i costi di formazione e aggiornamento continuo di un DPO interno. Inoltre, il DPO esternalizzato garantisce un grado di indipendenza che può essere difficile da ottenere con una risorsa interna, assicurando un monitoraggio obiettivo e imparziale delle pratiche aziendali.

Il servizio DPO proposto da Altuofianco si distingue per la sua capacità di adattarsi alle esigenze specifiche di ogni azienda, offrendo un supporto personalizzato che va ben oltre la semplice consulenza normativa. Altuofianco mette a disposizione un team di specialisti dedicati che si occupano di ogni aspetto della gestione della privacy, dall’implementazione delle misure di sicurezza necessarie alla gestione delle richieste degli interessati, fino alla formazione GDPR del personale aziendale. Le aziende possono quindi concentrarsi esclusivamente sul proprio core business, mentre gli specialisti Altuofianco si occupano di tutte le attività di trattamento dei dati, assicurando che siano conformi alle normative e minimizzando i rischi di sanzioni e di danni reputazionali.

Un altro vantaggio significativo del servizio DPO esternalizzato di Altuofianco è la sua flessibilità: ti aiuteremo a individuare il DPO più adatto alla tua azienda e potrai beneficiare di una consulenza personalizzata, che risponda prontamente a qualsiasi nuova sfida o cambiamento normativo, permettendo alla tua azienda di adattarsi in modo dinamico alle esigenze in continua evoluzione del mercato.

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Comunicazione interna aziendale: come gestirla al meglio

Consigli e strumenti utili per migliorare la comunicazione interna aziendale

 

Nel complesso ecosistema aziendale, la comunicazione interna rappresenta il filo conduttore che unisce i vari reparti, permettendo loro di operare in sinergia, e rappresenta un aspetto fondamentale non solo per garantire l’efficienza e il successo della tua azienda, ma anche per promuovere la coesione e l’armonia tra i dipendenti. Va ben oltre il semplice scambio di informazioni: è una combinazione di cultura aziendale, condivisione di valori e abilità di trasmettere messaggi chiari ed efficaci a tutti i livelli dell’organizzazione. Una comunicazione interna aziendale ben gestita può migliorare la produttività, aumentare la soddisfazione dei dipendenti e contribuire al raggiungimento degli obiettivi aziendali.

Ma vediamo più nello specifico perché la comunicazione aziendale è così importante e alcuni consigli e strumenti utili per migliorarla e gestirla al meglio.

Che cos’è la comunicazione aziendale e a cosa serve?

La comunicazione interna aziendale si concentra sugli scambi informativi all’interno di un’organizzazione o di un’azienda. Contrariamente alla comunicazione esterna, che mira a interagire con clienti, fornitori o con l’esterno in generale, la comunicazione interna è focalizzata sui dipendenti e sulle diverse strutture interne. Ma non si limita al semplice trasferimento di informazioni: quando gestita correttamente, può trasformare completamente l’ambiente di lavoro, rendendolo più produttivo, armonioso e focalizzato. Essa ha diversi scopi fondamentali, tra cui:

  • favorire la coesione e l’unità del team: la comunicazione interna promuove la coesione tra i dipendenti, aiutando a creare un senso di appartenenza e di unità. Questo è particolarmente cruciale nelle grandi aziende dove diversi dipartimenti potrebbero lavorare su progetti diversi ma interconnessi;
  • migliorare la produttività: una comunicazione chiara e trasparente aiuta a prevenire ed evitare eventuali malintesi e incomprensioni. Quando i dipendenti sanno esattamente cosa ci si aspetta da loro, possono svolgere i loro compiti in modo più efficiente;
  • facilitare la gestione del cambiamento: le aziende sono in costante evoluzione e la comunicazione interna gioca un ruolo fondamentale nell’accompagnare i dipendenti attraverso cambiamenti organizzativi, nuove politiche o l’adozione di nuove tecnologie;
  • promuovere la cultura aziendale: ogni azienda ha determinati valori, una missione e una visione. La comunicazione interna è lo strumento attraverso il quale questi elementi vengono condivisi, compresi e assimilati dai dipendenti.

Come migliorare la comunicazione aziendale

Migliorare la comunicazione interna aziendale è essenziale per garantire un flusso di lavoro efficiente e costruire una cultura aziendale solida. Come abbiamo visto, infatti, una comunicazione interna efficace può tradursi in dipendenti più soddisfatti, una maggiore produttività aziendale e una migliore comprensione degli obiettivi condivisi. Ecco alcune strategie efficaci per ottimizzare la comunicazione all’interno dell’azienda:

  • ascolto attivo: prima di comunicare, è fondamentale ascoltare. Comprendere le esigenze, le preoccupazioni e le opinioni dei dipendenti può offrire preziosi spunti su come migliorare i canali di comunicazione;
  • utilizzo di piattaforme digitali e app aziendali: strumenti come intranet, app per dipendenti, chat aziendali o piattaforme di gestione dei progetti possono facilitare scambi rapidi e trasparenti tra i dipendenti, eliminando anche eventuali barriere geografiche;
  • aggiornamenti regolari: organizzare riunioni periodiche, sia a livello di dipartimento che aziendale, può contribuire a mantenere tutti aggiornati sugli ultimi sviluppi e a promuovere una cultura di apertura;
  • formazione continua: offrire corsi di comunicazione aziendale e workshop sulle competenze comunicative può aiutare i dipendenti a esprimersi in modo più chiaro ed efficace, contribuendo a creare un clima relazionale positivo e a migliorare le relazioni interne, ma anche quelle con clienti e fornitori;
  • feedback: creare canali attraverso i quali i dipendenti possano offrire feedback sulle strategie di comunicazione permette di adattarsi e migliorare continuamente;
  • incoraggiare la comunicazione orizzontale: oltre alla tradizionale comunicazione verticale (dalla direzione ai dipendenti), è essenziale promuovere la comunicazione tra pari, o orizzontale, per condividere idee e collaborare efficacemente;
  • chiarezza e rapidità della comunicazione: è importante assicurarsi che ogni comunicazione sia chiara, concisa, priva di ambiguità e il più possibile rapida. Questo può ridurre notevolmente la possibilità di incomprensioni e aumentare l’efficienza e la produttività dell’azienda.

Investire nella comunicazione interna non è quindi solo una questione di trasmettere informazioni, ma di costruire un ambiente lavorativo in cui tutti si sentono valorizzati, ascoltati e motivati a dare il meglio. Con strategie mirate e gli strumenti giusti, le aziende possono sfruttare la comunicazione come un potente strumento di successo.

Strumenti utili per migliorare la comunicazione e la produttività

L’avvento della tecnologia ha rivoluzionato il mondo della comunicazione e del lavoro, offrendo strumenti e soluzioni per ottimizzare sia i processi comunicativi che quelli produttivi all’interno delle aziende. L’impiego di strumenti digitali per migliorare la comunicazione e la produttività aziendale è ormai una necessità, non solo una possibilità.
Tra gli strumenti utili per migliorare la comunicazione aziendale ci sono sicuramente le piattaforme di collaborazione: strumenti come Slack, Microsoft Teams o Trello permettono ai team di lavorare insieme in tempo reale, condividendo documenti, idee e feedback. Questi strumenti facilitano la comunicazione e la gestione dei progetti, riducendo il rischio di incomprensioni e velocizzando i flussi di lavoro.

Anche l’utilizzo di sistemi di videoconferenza professionali – come quelli offerti da Altuofianco – può migliorare significativamente la comunicazione interna, soprattutto per chi lavora in smart working o in movimento. Grazie a questi strumenti le riunioni possono avvenire virtualmente, superando barriere geografiche e consentendo incontri faccia a faccia anche a distanza. Con i sistemi di videoconferenza Altuofianco potrai programmare riunioni e meeting online, anche con un numero elevato di partecipanti e facilitare la condivisione e l’editing collaborativo di documenti e immagini.

Un altro aspetto importante, che può contribuire al miglioramento della comunicazione, ma anche della produttività aziendale, è l’utilizzo di soluzioni backup e archiviazione cloud che garantiscano la massima sicurezza e rapidità nello scambio di informazioni e dati. Le soluzioni di backup e cloud aziendale di Altuofianco, ad esempio, sono studiate per permettere ai dipendenti di accedere a documenti e risorse da qualsiasi luogo e dispositivo, favorendo la mobilità e la flessibilità.

Anche implementare strumenti efficaci di analisi dei dati può essere utile per migliorare i processi comunicativi e i processi aziendali, ma anche per monitorare e analizzare le performance aziendali, identificando aree di miglioramento e offrendo insight preziosi per la strategia d’impresa.

Sfruttando queste tecnologie, potrai non solo migliorare la comunicazione interna ed esterna, ma anche ottimizzare i processi lavorativi, riducendo errori e inefficienze e promuovendo un ambiente di lavoro più agile, integrato e produttivo, assicurando alla tua azienda un netto vantaggio competitivo.

Altuofianco offre servizi di telecomunicazioni e strumenti per migliorare la comunicazione aziendale, sia interna che esterna, interamente personalizzabili e pensati per rispondere al meglio alle specifiche esigenze di aziende e professionisti. Per avere maggiori informazioni sui servizi offerti o per richiedere una consulenza personalizzata, contattaci!

5 modi per migliorare la produttività aziendale

Come aumentare la produttività e perché dovresti farlo

 

come aumentare la produttività

 

La produttività aziendale è un indicatore che misura l’efficienza con cui un’organizzazione utilizza le sue risorse per produrre beni o servizi. In termini generali, si riferisce al rapporto tra il valore dell’output prodotto e l’input utilizzato, come il tempo, il capitale e la manodopera. Aumentare la produttività significa migliorare il modo in cui l’azienda impiega le proprie risorse, riducendo sprechi e ottimizzando i processi, al fine di ottenere risultati migliori con gli stessi o minori investimenti.

Migliorare la produttività aziendale è fondamentale per diversi motivi. Innanzitutto, un aumento della produttività si traduce in una maggiore efficienza operativa, che può portare a una riduzione dei costi e, di conseguenza, a un aumento dei profitti. Inoltre, una maggiore produttività può contribuire a migliorare la competitività dell’azienda sul mercato, poiché un’organizzazione più efficiente sarà in grado di offrire prodotti o servizi di qualità superiore a costi contenuti. Allo stesso tempo, migliorare la produttività può portare a una maggiore soddisfazione dei dipendenti, in quanto una gestione più efficace delle risorse e dei processi può ridurre la pressione sul lavoro e aumentare la motivazione. Infine, un’azienda produttiva è più propensa all’innovazione e alla crescita, poiché l’ottimizzazione dei processi e l’uso efficiente delle risorse consentono di liberare tempo e risorse per investire in nuove idee e opportunità di business.

 

Migliorare la produttività: suggerimenti e best practice

Per aumentare la produttività aziendale, è importante seguire alcune strategie e best practice che possono contribuire a migliorare l’efficienza e l’efficacia dell’organizzazione. Ecco cinque modi efficaci per aumentare la produttività aziendale:

1.Utilizzo di tecnologie e strumenti appropriati: adottare soluzioni tecnologiche avanzate e strumenti di collaborazione può aiutare a semplificare i processi, ridurre il tempo necessario per svolgere compiti specifici e migliorare la comunicazione tra i membri del team. Alcuni esempi includono software di gestione dei progetti, sistemi CRM e piattaforme di comunicazione istantanea.

2.Formazione e aggiornamento del personale: investire nella formazione e nello sviluppo delle competenze dei dipendenti è fondamentale per garantire che essi siano in grado di svolgere i loro compiti in modo efficiente e con la massima competenza.La formazione permette ai dipendenti di acquisire nuove competenze e aggiornare quelle esistenti, rendendoli più efficienti nello svolgimento delle loro mansioni e contribuendo al successo dell’azienda. La formazione aziendale può migliorare le competenze relazionali e di comunicazione dei dipendenti, favorendo la collaborazione e la cooperazione tra i membri del team. Un team che lavora in modo efficiente e armonioso è più produttivo e contribuisce al successo dell’azienda.Per ottenere il massimo beneficio dalla formazione aziendale, è importante identificare i bisogni formativi specifici dell’organizzazione e dei singoli dipendenti, e sviluppare programmi di formazione su misura che rispondano a tali esigenze.

3. Delega e responsabilizzazione: assegnare compiti e responsabilità in base alle competenze e all’esperienza dei dipendenti permette di sfruttare al meglio le risorse umane e di aumentare la motivazione e l’engagement. Nonché essere in grado di delegare a specialisti del settore le attività che non rappresentano il tuo core business.Delegare permette di concentrare le risorse umane e temporali sui compiti più importanti e strategici, mentre gli specialisti si occupano delle attività che richiedono competenze specifiche. Delegare a specialisti permette ai responsabili e ai dirigenti di concentrarsi sulle attività strategiche e sulla gestione del personale, evitando di disperdere energie e tempo in compiti che possono essere eseguiti con maggiore efficacia da altri membri del team.

4.Comunicazione efficace: una comunicazione chiara e aperta tra i dipendenti e i responsabili favorisce la collaborazione e riduce le incomprensioni che possono causare ritardi e inefficienze. Inoltre, stabilire obiettivi specifici, realistici e temporizzati aiuta a focalizzare gli sforzi dei dipendenti e a monitorare i progressi nel tempo.

5.Motivazione e riconoscimento: riconoscere e premiare i risultati e gli sforzi dei dipendenti è fondamentale per mantenere alti i livelli di motivazione e impegno. Questo può essere fatto attraverso sistemi di incentivi, premi e promozioni, nonché mediante feedback positivi e riconoscimenti pubblici.

Seguendo queste strategie, è possibile migliorare la produttività aziendale e, di conseguenza, aumentare la competitività e la crescita dell’organizzazione nel lungo termine.

Conclusioni e maggiori informazioni

Saper delegare compiti e responsabilità a specialisti è una strategia fondamentale per aumentare la produttività aziendale. ALTUOFIANCO propone soluzioni in grado di aumentare la competitività, la produttività e la sicurezza aziendale delegando le attività, così facendo potrai avvalerti di servizi specialistici e qualificati.

Dall’outsourcing amministrativo o informatico fino alla consulenza legale e GDPR passando per la formazione aziendale, contattaci per maggiori informazioni!

Fuori legge l’uso di Google Analytics nei siti web italiani. Cosa succederà adesso?

Il garante della Privacy, di concerto con le autorità privacy europee, ha dichiarato illecito l’uso delle Google Analytics nei siti web, in quanto esse violano la normativa comunitaria.
Cosa succederà adesso?

Google Analytics è un servizio gratuito fornito da Google per ottenere statistiche dettagliate delle visite al proprio sito web.

E’ sufficiente installare sul proprio sito un piccolo codice fornito da Google e questo inizierà a registrare dati dettagliati sulle visite al nostro sito.

I dati forniti dalle GA sono estremamente dettagliati: non comprendono infatti solo il numero di visite a ciascuna pagina, ma anche informazioni relative agli utenti (il tipo di browser utilizzato, se hanno visitato il sito da mobile o da computer, la loro lingua), informazioni relative alla provenienza dei visitatori (se cioè siano arrivati al sito tramite una ricerca su Google, tramite un link sui Social, tramite campagne pubblicitarie online od altro) all’esperienza sul sito (il percorso di navigazione le azioni compiute come click su determinati pulsanti) e molto altro ancora.

Lanciate nel 2005, le Google Analytics sono la soluzione leader nel mercato delle Analytics, con una quota di mercato stimata in circa l‘85%. I siti che utilizzano le GA sono decine di milioni (si stima che oltre la metà dei siti esistenti le utilizzi).

Il Provvedimento del Garante del 9 giugno 2022

Il provvedimento del 9 Giugno 2022 (qui il comunicato stampa del Garante) nasce al termine di una complessa istruttoria avviata sulla base di una serie di reclami e in coordinamento con altre autorità privacy europee. Il provvedimento è indirizzato a Caffeina Media S.r.l., ma si estende a tutti coloro che utilizzano le Google Analytics sul proprio sito web.

Il provvedimento del Garante esamina dettagliatamente due aspetti delle Google Analytics:

  • l’efficacia dell’anonimizzazione dell’indirizzo IP;
  • il trasferimento dei dati verso Paesi terzi (USA).

 

Cosa cambia per l’anonimizzazione dell’indirizzo IP

Il Garante della Privacy ritiene che l’anonimizzazione dell’indirizzo IP non renda “anonimo” il dato trattato dalle Google Analytics.

Nello specifico, il Garante rileva che le Google Analytics raccolgono -oltre all’indirizzo IP anonimizzato- numerose informazioni relativa all’utente, quali ad esempio browser utilizzato e sia versione, sistema operativo in uso, risoluzione dello schermo, lingua selezionata, data e ora della visita al sito web e, qualora l’utente abbia effettuato l’accesso ad un account Google, l’identificativo del suo account.

Tutti questi dati, uniti all’indirizzo IP anonimizzato permettono a Google, secondo il Garante, di identificare l’utente: le Google Analytics effettuano dunque il trattamento dei dati personali dell’utente (analizzando e profilando le sue specifiche attività) e non rientrano nel novero dei dati e cookie tecnici che possono essere trattati senza il consenso dell’utente.

Il trasferimento dei dati negli USA

Il Garante ha rilevato inoltre che i dati personali così raccolti dalle Google Analytics vengono trasferiti negli Usa, paesi in cui “le Autorità governative e le agenzie di intelligence statunitensi, [possono] accedere ai dati personali trasferiti senza le dovute garanzie“.

In sintesi, il trasferimento dei dati verso le USA non garantisce, secondo il Garante, livello adeguato di protezione dei dati personali degli utenti ed è quindi ritenuto illecito dal Garante stesso.

In conclusione

Quanto deciso dal Garante in merito all’inefficacia dell’anonimizzazione dell’indirizzo IP ha come conseguenza che le Google Analytics effettuano il trattamento dei dati personali dell’utente. Tale trattamento non è di per sé illecito: può infatti avvenire purché l’utente abbia prestato un valido consenso. Occorrerà dunque installare sui siti web che utilizzando le Google Analytics un sistema di gestione del consenso ed attivare le Analytics stesso esclusivamente per gli utenti che abbiamo espresso validamente il relativo consenso.

Più complesso è, invece, il tema del trasferimento dei dati verso gli USA, poiché il Garante ritiene tale trattamento illecito tout court, indipendentemente dal consenso espresso dagli utenti. A meno che Google con modifichi i propri termini di servizio e le modalità di erogazione del servizio di Analytics, garantendo che i dati non vengano trasferiti verso gli USA (o altri Paesi che no garantiscano un adeguato livello di protezione), l’utilizzo delle Analytics sarà illecito in Italia (e nell’Unione Europea), indipendentemente dall’eventuale consenso espresso dall’utente,

Cosa fare per adeguarsi?

Il Garante ha concesso un termine di 90 giorni (non è esattamente così; si veda l’approfondimento qui sotto) ai gestori di siti web per adeguarsi (il termine dovrebbe ragionevolmente decorrere dalla data del provvedimento, cioè dal 9 giugno 2022); c’è dunque tempo fino ad inizio Settembre per adeguarsi.

Prima di mettere in atto qualsiasi iniziativa, consiglio di aspettare la risposta (e le azioni) di Google, che probabilmente arriveranno nei prossimi giorni e settimane: qualora Google modificasse i propri termini di servizio e le modalità di erogazione del servizio stesso, incluse le modalità di trattamento dei dati acquisiti, è possibile che le Google Analytics possano ancora essere utilizzate (con l’anonimizzazione dell’indirizzo IP o altre procedure che verranno individuate).

Qualora invece Google non volesse, o potesse, adeguarsi, le soluzioni sono sostanzialmente due:

  • rimuovere le Analytics dal proprio sito web *
  • sostituire le Analytics con un diverso servizio “conforme” al GDPR **

* Adatta per chi non ha interesse ad avere dati ed informazioni relative ai visitatori del proprio sito web. Può sembrare strano, ma accade molto spesso che -una volta installate le Analytics- esse vengano sostanzialmente abbandonate: nessuno esamina i dati delle visite e nessuno prende decisioni (sulle strategie di marketing, sulle modifiche al sito o alle campagne pubblicitarie, sulla presenza digital aziendale) sulla base dei dati delle Analytics: in tutti questi casi le Analytics possono tranquillamente essere eliminate.

**Indicata per chi utilizza i dati relativi alle visite al sito web ed al comportamento dei visitatori per prendere decisioni di business, valutare l’efficacia delle campagne promozionali (sui social media o sui motori di ricerca) e intraprendere iniziative digitali. Esistono soluzione alternative (anche gratuite) alle Google Analytics: al momento non è ancora emerso chiaramente un “leader di mercato” in grado di rappresentare una alternativa altrettanto semplice, gratuita ed efficace. E’ comunque probabile che, nei prossimi giorni e settimane, i competitor “colgano la palla al balzo” e al tempo stesso il mercato si orienti verso una o più soluzioni.

Non resta quindi che aspettare e monitorare l’evoluzione del mercato e le contromosse di Google (e, per chi volesse mettersi “l’anima in pace” fin da subito, eliminare le Google Analytics dal proprio sito web).


 

Fabio Cioni
ICT Project manager @Altuofianco

 

 


 

La gestione del personale ti porta via tempo? Ecco cosa puoi fare!

La gestione del personale ti porta via tempo? Ecco cosa puoi fare!

Sono diverse le realtà aziendali italiane che dedicano un intero comparto amministrativo alla gestione delle proprie risorse umane. Gli aspetti a cui porre attenzione sono davvero moltissimi, dalla gestione delle ferie sino ad arrivare a singoli permessi, dalla mensa alle timbrature quotidiane.

Per questo motivo abbiamo pensato di fornirti una soluzione semplice e pratica che ti permetterà di fare tutto questo con estremo sollievo e dedicando meno della metà delle risorse sino ad ora impegnate in questi processi.

L’app che semplifica la gestione del personale

Easy HR è l’applicazione per tutti i cellulari che può essere utilizzata sia dall’amministrazione aziendale che dagli stessi dipendenti in una serie di occasioni:

  • richiesta di permessi
  • approvazione di ferie
  • malattia
  • adesione alla mensa aziendale
  • timbro del “cartellino”
  • e…molto altro!

Il grande vantaggio è che quest’app può essere gestita, monitorata e controllata direttamente da un pannello aziendale che fornisce un servizio di reportistica istantanea molto utile per veloci controlli e verifiche.

Cogli i vantaggi di gestire le tue HR da un solo dispositivo

Numerosi sono i vantaggi apportati all realtà aziendale da Easy HR, tra cui l’assoluta semplificazione dei processi aziendali, la riduzione dei costi e il miglioramento della stessa brand awareness.

I dipendenti potranno così disporre di un unico e semplice strumento con il quale potranno in prima persona seguire diversi aspetti della propria vita aziendale. Con la gestione integrata della piattaforma web la stessa area di direzione dell’ufficio delle risorse umane potrà disporre di informazioni sempre aggiornate e soprattutto istantanee.

In questo modo sarà possibile risparmiare i tempi legati alla gestione singola di presenze, permessi, malattie, ferie e documentazioni varie.

Tutti i reparti saranno sempre e in costante comunicazione tra loro e la stessa amministrazione potrà elargire informazioni e comunicazione rapidamente. Tutto questo avverrà in maniera davvero pratica, immediata ed efficace grazie alla possibilità di verifica delle statistiche di ricezione e lettura delle comunicazioni stesse.

Outsourcing, semplifica le lavorazioni e aumenta la produttività

Con l’outsourcing si possono mettere in atto una serie di cambiamenti aziendali altamente positivi e soprattutto pratici. Per questo sono moltissime le aziende italiane ed estere che nel corso degli ultimi tempi hanno attivato strategie simili. Nello specifico avvalersi dell’outsourcing significa proprio reperire delle risorse professionali dall’esterno.

L’esternalizzazione di determinati e specifici servizi apporta numerosi vantaggi a una realtà aziendale, tra cui:

  • taglio importante dei costi
  • aumento della produttività
  • semplificazione delle lavorazioni

La strategia di esternalizzazione dei processi aziendali

Nel contesto dell’impianto di una strategia di outsourcing si attiva un vero e proprio BPO, ovvero un Business Process Outsourcing, che permette l’esternalizzazione di alcuni servizi aziendali che verranno così prodotti e seguiti da risorse esterne. In questo modo l’attività principale avrà il vantaggio di potersi concentrare sul proprio core business, senza ricevere continue distrazioni per altre questioni e attività professionali correlate.

La nostra esperienza al tuo fianco

Altuofianco fornisce ai propri clienti la possibilità di gestire in outsourcing qualsiasi genere di attività impiegatizia che richieda l’uso di un terminale o di un telefono, che sia fisso o cellulare. Lavoriamo e cooperiamo con realtà dei più disparati settori, senza porci limiti di mercato o di tipologie professionali, certi che questo genere di strategia possa essere un vero e attivo aiuto per le realtà in forte crescita ed espansione.

Sono numerose le realtà per le quali nel corso degli ultimi tempi abbiamo attivato questo genere di organizzazione e a livello statistico abbiamo riscontrato in tutti questi ambiti numerosi vantaggi.

La convenienza è sicuramente uno di questi, infatti con una strategia del genere ci si può avvalere di personale qualificato solo nel momento in cui se ne ha bisogno reale. La flessibilità nella gestione dei picchi di lavoro consente di mantenere un equilibrio di fondo che aiuta l’azienda. Tutte le performances sono così monitorate in tempo reale con semplicità e affidabilità.

GDPR e aziende: come adegui la tua realtà al regolamento europeo?

Dal 25 maggio del 2018 tutto è cambiato con il GDPR, il nuovo regolamento generale europeo sulla protezione dei dati personali atto a garantire e proteggere, in maniera attiva e puntuale, la riservatezza e tutti i dati personali degli individui che abitano l’Unione Europea.

E tu in che modo hai adeguato la tua realtà professionale e aziendale a questo cambiamento?

Sono moltissime le imprese attualmente in bilico sotto questo punto di vista; la regolamentazione sulle modalità di gestione dei dati personali di clienti e utenti in realtà vige da molto tempo, ma attualmente il rischio per le realtà aziendali è aumentato sotto il punto di vista legislativo.

L’impatto della trasformazione digitale nella gestione dei dati personali

Con l’introduzione della digital transformation il GDPR assume un ruolo fondamentale. All’interno della gestione dei processi di archiviazione e immagazzinamento dei dati aziendali, la memorizzazione di informazioni relative ai cittadini dell’Unione Europea è diventata rapida, veloce e soprattutto automatica.

I dati sono quanto di più importante un’azienda possa possedere, sono un vero e proprio patrimonio di grande prestigio che le realtà professionali devono custodire e curare nella maniera più adeguata.

Il supporto per le aziende italiane nel rispetto della privacy

Altuofianco ha ideato e poi sviluppato un sistema di integrazione del GDPR nella tua realtà professionale che permette un adeguamento rapido, completo e molto semplice. Con l’ideazione di una suite completa e integrata, efficace e pratica, la nostra realtà è in grado di sostenere le aziende in un processo di adeguamento supportato sia sotto il punto di vista tecnologico che sul fronte legale.

Gestiamo le procedure di adeguamento in maniera professionale e completa, guidando la tua realtà professionale, passo dopo passo, verso un profilo totalmente allineato e in regola con il GDPR.

I lavori del futuro, come cambieranno nei prossimi anni.

Entro il 2025 emergeranno 97 milioni di nuove occupazioni lavorative più adatte alla nuova divisione del lavoro tra uomini , macchine e algoritmi. I ruoli che si stanno sviluppando maggiormente sono i data analyst, ingegneri specializzati in robotica e specialisti AI.

I “lavori del domani” dimostrano anche l’importanza continua dell’interazione umana attraverso ruoli nel marketing, nella vendita e nella produzione di contenuti. Gli ingegneri, i ricercatori e le persone esperti in marketing di oggi potrebbero essere i data scientist di domani, poiché la crescente automazione sconvolgerà il panorama occupazionale nei prossimi 5 anni.

Secondo i dati raccolti da Linkedin, Coursera e il World Economic Forum in time Future of Jobs Report 2020. Si stima che, entro il 2025, 85 milioni di posti di lavoro potrebbero migrare a causa di un cambiamento nella divisone tra l’uomo e le macchine.

Ma a questa interruzione dell’occupazione viene controbilanciata dalla creazione di posti di lavoro in nuovi settori. Nei 15 settori industriali analizzati si stima che circa 97 milioni di persone potranno impiegare posti di lavoro nei nuovi ruoli che si adattano meglio alla nuova divisione del lavoro tra persone, macchine e algoritmi.

“Nel prossimo decennio, una quota non trascurabile di nuovi posti di lavoro si troveranno a trasformare i loro compiti in occupazioni completamente nuove o in occupazioni già esistenti che subiranno trasformazioni significative in termini di contenuto e di competenze richieste dal mercato” afferma il report di Linkedin.

Lavori del futuro.

I ruoli che crescono nella domanda del mercato del lavoro includono data analyst, specialisti di IA e machine Learning, ingegneri robotici, web developer e nel campo digitale.

Alcune di queste professioni emergenti saranno spese più facilmente nei vari settori commerciali rispetto ad altre.

Queste includono i dati e AI, lo sviluppo del prodotto e il cloud computing, dove le transizioni “non richiedono una piena corrispondenza di competenze tra la fonte e la destinazione di occupazione” sempre secondo il report.

Tuttavia; scrivono Karin Kimbrough, Chief Economist, e Allen Blue, Product Management su Linkedin alcuni lavori del domani rimangono più “chiusi” e tendono ad assumere personale con competenze molto specifiche. Questo perché sono tipi di lavoro consolidati e il mercato del lavoro ha avuto il tempo di costruire canali di talenti specifici per questi ruoli.

Lo sviluppo dei prodotti, analisi dei dati e l’IA sono nuove professioni in continua evoluzione all’interno del mercato del lavoro. I dati di Coursera mostrano che è comune peri i lavoratori che migrano su un tipo di lavoro dove si analizza tramite dati e AI, che non abbiano specifiche competenze chiave in data science, ma che è possibile padroneggiare tali competenze come la programmazione statistica, entro un lasso di tempo consigliato di 76 giorni di apprendimento.

Capacità di autogestione

I posti di lavoro del futuro prossimo portano all’adozione di nuove tecnologie; la crescente domanda di nuovi prodotti e servizi; mostra, però, anche la continua importanza dell’interazione umana nella new economy ,attraverso ruoli nel marketing, nella vendita e nella produzione di contenuti e altri ruoli che richiedono capacità di comunicazione più “easy”. I lavoratori stanno, però, cercando di formarsi per migliorare alcune skills  e per accrescere costantemente il proprio sviluppo personale e le proprie competenze di autogestione.

 

Come è cambiata la gestione del personale post-covid

Tante sono le difficoltà  che hanno dovuto affrontare le aziende in questo periodo, sia durante, che post Covid. Inutile negare come tutto questo rappresenti una vera e propria sfida per il management aziendale.

Il lavoro da remoto porta con sé difficoltà lavorative, ma stimola il lavoro in molti campi anche nell’innovazione nella gestione delle risorse umane, nelle competenze e nelle tecnologie adottate in azienda.

Tanti sono stati i cambiamenti che si possono riassumere in 4 punti:

  1. Le valutazioni diventano più efficienti:

Molte delle riunioni superflue che si dovevano affrontare quotidianamente si sono andate a snellire puntando a video call riassuntive e più efficaci.

2. Maggiore coinvolgimento sul posto di lavoro:

Lo smart working ha portato ad un distaccamento anche sociale con i colleghi , cosa che nei momenti di incontro porta a maggiore comprensione reciproca e condivisione dei punti di vista tra collaboratori e tra collaboratori e azienda.

3. Maggiore auto-organizzazione;

 la struttura organizzativa può essere adattata dinamicamente quando le circostanze lo richiedono, affidando ai collaboratori ruoli diversi a seconda delle esigenze.

4. La velocità si incrementa:

È richiesta una nuova velocità con nuovi schemi per dipendenti e imprese, le persone riescono a fare molte più cose abbinando il lavoro produttivo in azienda  allo smart working.

In conclusione la salute e la sicurezza sono sempre più percepite come priorità assoluta. Nel mondo del lavoro le aziende si sono riconfigurate e molte hanno stabilito piani, prima inesistenti, per trovarsi preparate nell’eventualità di pandemie future.

Altuofianco propone un servizio che mira proprio ad aiutare le aziende nella gestione dei dipendenti , tutto digitalmente!

L’app creata ad hoc, Easy HR semplifica i processi aziendali, riduce i costi e migliora la reputazione della tua azienda. Attraverso un unico e semplice strumento per la gestione di molteplici aspetti della vita aziendale.

Per scoprirne di più visita la nostra pagina dedicata:

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Bonus bollette: sconti per le partite IVA e le PMI nel Decreto Rilancio

Confermata la delibera per il Decreto Rilancio che permette un elevato risparmio sulla bolletta elettrica; l’agevolazione è pensata per le partite IVA e per le piccole e medie imprese.

La delibera attuativa del Decreto Rilancio dispone il taglio di 600 milioni € dagli oneri di 3,7 milioni di utenze elettriche non domestiche, in bassa tensione.

Questo taglio porterà ad un risparmio fino al 70% in bolletta attraverso la diminuzione delle componenti fisse delle tariffe di trasporto, distribuzione e misura e degli oneri generali.

Si è posta quindi particolare attenzione  alle partite iva come  negozi, artigiani, bar, ristoranti, laboratori, professionisti e servizi, aventi potenza superiore a 3 kW, che vedranno l’azzeramento della quota relativa alla potenza e applicata solo una quota fissa di importo incrementato (fissata convenzionalmente a quella corrispondente alla potenza impegnata di 3 kW), senza ridurre in alcun modo il servizio effettivo in termini di potenza disponibile.

Sarà ARERA, Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente, ad occuparsi della regolamentazione del bonus bollette in quanto dovrà occuparsi di:

  • azzerare le quote fisse indipendenti dalla potenza relative alle tariffe di rete e agli oneri generali per tutti i clienti non domestici in bassa tensione e ricalcolando le tariffe di distribuzione e misura dell’energia elettrica.
  • per tutte le attività di tipo produttivo e commerciale in bassa tensione la cui potenza disponibile sia superiore ai 3,3 kW, le tariffe di rete e gli oneri generali potranno essere ricalcolati per ridurne la spesa applicando una potenza virtuale convenzionale di 3 kW.

Il risparmio  sarà particolarmente incisivo sulla spesa totale della bolletta per gli esercizi commerciali che sono tuttora chiusi, mentre per gli esercizi che hanno invece riaperto, il risparmio si attesterà comunque tra il 20% e il 30% della spesa totale della bolletta. Si stima comunque in 160 € il risparmio medio a cliente.

Il provvedimento riguarda il trimestre maggio-giugno-luglio, e nel caso in cui alla data di entrata in vigore fossero già state emesse fatture relative al corrente mese di maggio, i conguagli spettanti verranno automaticamente effettuati entro la seconda fatturazione successiva ( non è necessaria alcuna richiesta del cliente).

Per scoprire le nostre soluzioni che permettono alle piccole e grandi aziende di generare solamente energia necessaria aumentando notevolmente il risparmio economico ed energetico visita la nostra pagina dedicata Cliccando qui.

 

Smartworking e Telelavoro: facciamo chiarezza

In questo delicato periodo dove la maggior parte dei lavoratori (almeno quelli che lavorano esclusivamente in ufficio) si ritrovano a svolgere il proprio mestiere dalle proprie abitazioni, c’è un tema su cui vogliamo fare chiarezza.

Spesso si associano le parole Smartworking e telelavoro quasi come fossero sinonimi. Ma non lo sono.

In realtà un legame c’è fra i due termini, e cioè quello che uno può essere, in qualche modo definito, come l’evoluzione dell’altro. 

Il telelavoro, già noto in Italia dagli anni ’70, consiste nello svolgimento del proprio ruolo aziendale da casa propria, essendo legato da un regolare contratto che lo disciplina.

Il lavoratore in telelavoro dovrà:

  1. Svolgere il proprio lavoro dalla propria abitazione
  2. Utilizzare hardware e software forniti dall’azienda
  3. Essere reperibile e rispettare orari di lavoro imposti dall’azienda

Infatti è proprio per questo che il telelavoro è attribuito per la maggior parte dei casi, a dipendenti, statali ma anche di aziende private.

Lo smartworking è l’evoluzione di questo concetto, valorizzando di più risultati e capacità di autonomia del lavoratore.

In poche parole lo smartworker è quel lavoratore che potrà svolgere il proprio ruolo in modalità flessibile, nonostante possa rimanere il rapporto di lavoro subordinato.

Potrà lavorare con gli strumenti che ritiene più opportuni, sia forniti dall’azienda ma anche personali e potrà lavorare da qualsiasi posto o ambiente ritenga necessario, con tempi flessibili e non fissi.

Ovviamente il concetto sarà sempre portare risultati visibili e utili all’azienda.

Infatti il lavoro dello smartworker verrà misurato per il reale obiettivo raggiunto e non solo per le ore lavorate.

Va inoltre precisato che dal Novembre 2017 lo Smart working è legge anche in Italia e lo smartworker dovrà avere un trattamento economico e normativo non inferiore a chi lavora esclusivamente all’interno dell’azienda.

Qui sotto un estratto dal sito del Governo:

La definizione di smart working, contenuta nella Legge n. 81/2017, pone l’accento sulla flessibilità organizzativa, sulla volontarietà delle parti che sottoscrivono l’accordo individuale e sull’utilizzo di strumentazioni che consentano di lavorare da remoto (come ad esempio: pc portatili, tablet e smartphone).

Ai lavoratori agili viene garantita la parità di trattamento – economico e normativo – rispetto ai loro colleghi che eseguono la prestazione con modalità ordinarie. È, quindi, prevista la loro tutela in caso di infortuni e malattie professionali, secondo le modalità illustrate dall’INAIL.

Fonte:https://www.lavoro.gov.it/strumenti-e-servizi/smart-working

Concludendo possiamo affermare che il metodo smartworking in Italia è utilizzato per la maggior parte da freelance e liberi professionisti, ma si sta diffondendo molto bene anche tra i lavoratori dipendenti (7%)

Il dato più interessante rimane però quello che quasi il 50% delle grandi aziende italiane sta già sperimentando il metodo smartworking per i propri dipendenti.

Piacere! Mi chiamo Smart working

Le esigenze dei clienti stanno cambiando ed il Lavoro Agile, o meglio conosciuto come Smart Working, sta diventando una necessità per evolvere il nostro modo di lavorare, con i clienti, ma anche con i nostri collaboratori e dipendenti.

Nel nostro paese ha preso piede da pochi anni, mentre in paesi come Scandinavia o Svezia è una prassi utilizzata già da parecchio tempo con risultati più che soddisfacenti.

Ormai il Lavoro Agile viene considerato come un’alternativa innovativa al telelavoro, rispetto al quale vanta meno rigidità legislativa e un potenziale più elevato: per il datore di lavoro, in termini di organizzazione, produttività e riduzione dei costi, e per il lavoratore, poiché aumenta le possibilità di conciliare vita professionale e familiare.

Importante non sottovalutare la tecnologia che ci viene in aiuto per questo tipo di situazione, dato che nello Smart Working le tecnologie diventano parte integrante dello spazio fisico e permettono di supportare efficacemente forme di lavoro collaborativo e la comunicazione tra team virtuali.

Sicuramente 5 punti a favore del lavoro agile sono:

  1. Produttività: chi lavora de remoto tende a restare per più tempo e si verifica un significativo abbattimento del fenomeno dell’assenteismo. Aumenta anche l’engagement verso la propria azienda ed i colleghi. Secondo uno studio 2018 del Politecnico di Milano osservando 480.000 dipendenti hanno riscontrato un aumento del 15% della produttività e riduzione del 20% del tasso di assenteismo.
  2. Ottimizzazione dei tempi: le persone riescono in miglior modo a conciliare la vita lavorativa a quella privata permettendo così al lavoratore di operare in modo più sereno.
  3. Affrontare gli imprevisti: l’orario di lavoro viene percepito come meno limitante e l’attività viene spesso svolta con maggiore motivazione.
  4. Lavoro nomade: la libertà di poter lavorare in qualunque luogo che come prerogativa, abbia solo di possedere una connessione internet stabile e veloce che permette ai lavoratori di potersi spostare in tranquillità.
  5. Diminuzione dello stress: secondo uno studio dell’agenzia europea per la sicurezza e salute sul lavoro dal 50% al 60% dei giorni lavorativi persi possono essere attribuiti allo stress professionale.

Altuofianco da tempo propone una soluzione mirata ad aiutare le aziende attraverso un servizio  chiamato Ufficio Altuofianco che permette un noleggio operativo di tutti i Device utili a creare un ambiente di lavoro operativo al 100%.

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Il credito d’imposta sostituisce il SUPER e IPER ammortamento

Con la Finanziaria 2020 approvata dal governo per le pratiche di efficienza energetica il CREDITO D’IMPOSTA soppianta il super e l’iper ammortamento.

Cambia quindi l’incentivo, ma è importante continuare a focalizzarsi sull’opportunità
di un rinnovamento tecnologico, nel segno della sostenibilità, soprattutto per le imprese e i professionisti

Entrando nei meriti tecnici del provvedimento le caratteristiche principali dell’agevolazione sono molteplici.
La fruibilità è concessa secondo le seguenti aliquote:
• al 6% fino a 2 milioni di euro per l’acquisto di beni strumentali nuovi;
• al 40% fino a 2,5 milioni di euro e al 20% da 2,5 a 10 milioni se i beni sono Industria 4.0
e INTERCONNESSI (allegato A legge 232/2016);
• al 15% fino a 700mila euro per i software (allegato B legge 232/2016).

Il credito d’imposta, nel dettaglio, si applica agli investimenti effettuati nel 2020, oppure entro il 30 giugno 2021, a condizione che l’ordine sia stato accettato dal venditore entro il 31 dicembre 2020 con pagamento di almeno il 20%;il credito di imposta può essere destinato a compensare debiti, a diminuire le imposte dovute oppure, quando ammesso, se ne può richiedere il rimborso in sede di dichiarazione dei redditi.

In tutti i casi, quindi sia per l’acquisto di beni strumentali all’esercizio aziendale (ex superammortamento), sia per i piani di digitalizzazione (ex iperammortamento), nel 2020 si applica un credito d’imposta, con aliquote diverse a seconda della tipologia di investimento.

Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione, in cinque quote annuali di pari importo, ridotte a tre per gli investimenti in software 4.0.
Non concorre alla formazione del reddito e della base imponibile IRAP.

Un cosa molto importante è che il nuovo credito d’imposta sui macchinari Industria 4.0, si applica in base all’anno in cui avviene l’interconnessione dei macchinari.

Quest’ultima operazione, dunque, resta fondamentale (come avveniva per l’iperammortamento), per applicare l’incentivo fiscale destinato a Industria 4.0.
Fino a quando non avviene l’interconnession
e, si può applicare il normale incentivo sui nuovi macchinari (il credito d’imposta al 6%).

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